L’intelligenza artificiale (IA) consiste nella capacità di un computer di eseguire compiti comunemente svolti dagli esseri umani. La recente diffusione di applicazioni come ChatGPT, ChatbotAI e altre similari ha reso questa tecnologia ancora più presente nelle nostre vite.
I social media utilizzano già sistemi basati sull’IA, ma nel prossimo futuro questa interconnessione è destinata a diventare ancora più forte. Non a caso, i social media più noti stanno già testando nuove evoluzioni dell’integrazione con l’IA.
TikTok, ad esempio, sta testando nuove funzionalità per offrire agli utenti un’esperienza più personalizzata e attraente. Grazie all’IA, dovrebbero essere in grado di creare immagini del profilo uniche.
In un Tweet pubblicato il 25 maggio 2023, la società ha dichiarato di essere “nelle prime fasi di esplorazione degli strumenti chatbot con un test limitato di Tako con utenti selezionati nelle Filippine. Tako è uno strumento alimentato dall’intelligenza artificiale per aiutare la ricerca e la scoperta su TikTok”.
Anche Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, sta testando nuove funzionalità AI. Nick Clegg, responsabile degli affari globali di Meta, ha confermato il possibile rilascio di un modello di IA open-source (vedi articolo pubblicato il 19 luglio 2023 sul the Guardian). Ha inoltre dichiarato che Meta intende applicare una maggiore trasparenza su come funziona l’intelligenza artificiale degli algoritmi che fanno apparire i contenuti agli utenti. Su Instagram, si sta pensando di integrare un Chatbot simile a ChatGPT nel sistema di messaggistica per rispondere alle domande degli utenti.
Tutti questi sistemi sono in fase di costruzione e la data di rilascio deve ancora essere scoperta. Ci aspettiamo che questi sviluppi legati all’applicazione dell’IA ai social media abbiano un impatto sul modo in cui gli insegnanti utilizzano i social media per scopi educativi. Le implicazioni dell’IA nei social media per l’istruzione sono varie, in quanto gli insegnanti e gli studenti dovranno:
– Imparare come funzionano gli algoritmi e vedere come influiscono sulle nostre attività online;
– Sviluppare ulteriori competenze e buone pratiche per evitare le fake news o imparare a usare l’IA per identificarle;
– Sviluppare il pensiero critico per comprendere la cosiddetta “filter bubble”, ovvero il fatto che siamo circondati da opinioni con cui siamo d’accordo mentre siamo al riparo da prospettive opposte.
Come previsto, alcuni esperti criticano l’uso dell’IA applicata ai social media, avvertendo che potrebbe portare a scopi dannosi, come:
– La creazione di deep fake, ovvero la manipolazione di immagini o video attraverso metodi generativi profondi. Poiché il rilevamento di tali contenuti sta diventando estremamente difficile, essi possono essere utilizzati per diffondere fake news e disinformazione (approfondisci qui).
– L’emergere di questioni legate al diritto d’autore in vari settori, inclusi ad esempio, l’arte e il design, in quanto molti strumenti di IA possono utilizzare immagini di artisti senza il loro consenso (approfondisci qui).
Possiamo affermare che l’IA è ancora controversa e molte delle sue implicazioni devono ancora essere analizzate. È giusto essere cauti, ma dovremmo anche mantenere una mente aperta, così come promuoviamo nel nostro progetto Subscribed per il mondo dei social media applicato al campo dell’istruzione. Conoscendola e sapendola utilizzare, l’IA può aiutare le nostre vite. Possiamo sfruttarla al massimo e trovare molti vantaggi, anche nei settori dei social media e dell’istruzione.