La pandemia da covid-19 e l’uso sistematico della didattica online hanno messo a dura prova le abilità informatiche di insegnanti e educatori, molti dei quali hanno capito di non essere preparati per un cambiamento cosí drammatico. Il problema è stato nella mancanza di risorse, nelle limitate capacità tecniche o in entrambi. Nel primo caso, la soluzione risiedeva semplicemente nell’impiego di nuove piattaforme e nuove risorse. La seconda casistica, invece, era piú difficile da risolvere e richiedeva un investimento più a lungo termine. Non solo si sarebbe dovuto formare un numero enorme di persone, ma ci sarebbe dovuta essere anche la volontà, da parte delle figure chiave, di migliorare le proprie abilità.
Tra le innumerevoli competenze digitali esistenti, ne spicca una in particolare: l’uso dei social media. Se nel 2021 l’84% dei cittadini europei fra i 16 e i 24 anni aveva una vita virtuale sui social, questa percentuale piomba al 59% se si considerano i cittadini fra i 25 e i 64 anni, e al 39% se si considerano i cittadini tra i 55 e i 64 anni (Eurostat). C’è quindi una differenza di 25 punti percentuali fra i giovani e gli adulti nell’uso dei social media. Nel 2019 i dati Eurostat hanno anche mostrato che solo il 31% dei cittadini europei adulti ha abilità informatiche ‘superiori al livello base’. È facile dedurne che gli insegnanti siano molto meno preparati nell’uso dei social, rispetto ai loro studenti.
Ciò che risulta difficile è trovare informazioni corrette e rilevanti. Sul web si possono trovare molti articoli che pretendono di spiegare in modo esaustivo quali siano i benefici che i social possono portare all’insegnamento e come questi strumenti vadano utilizzati in classe. Molti meno sono gli articoli veramente utili e completi. Chi non è abituato a usare i social può avere difficoltà nel reperire contenuti relativi a un tema particolare. Ciò può dipendere anche dal paese in cui si vive. In alcuni stati, infatti, la creazione di materiali formativi sui social nella lingua nazionale è meno sviluppata. Di conseguenza, la mancanza di materiali utili e originali, oppure l’assenza di conoscenze ed esempi concreti, può scoraggiare gli insegnanti a usare i social a scopi didattici.
Ciononostante, queste piattaforme — gratuite, accessibili e personalizzabili — danno la possibilità di trasformare l’istruzione in senso digitale senza dover sostenere costi elevati. Istruire gli insegnanti all’uso sicuro ed efficace di questi strumenti potrebbe aiutare a sanare il divario generazionale e digitale che possiamo osservare. Considerata la preparazione degli adolescenti e il loro entusiasmo nell’uso dei social media, questo potrebbe anche essere un modo sia per coinvolgerli maggiormente nel loro percorso formativo, sia per fargli avere un ruolo nella lunga esperienza d’apprendimento dei loro insegnanti.
L’uso che i giovani fanno dei social può rivelarsi molto interessante per gli insegnanti. Per giunta, si può tranquillamente affermare che sempre piú giovani utilizzano i social per studiare e apprendere altre nozioni relative al proprio percorso formativo. I ragazzi potrebbero sentirsi piú a loro agio nell’apprendimento se potessero usare i social media per studiare, considerato l’interesse che hanno verso queste piattaforme. Quando si è pienamente in grado di eseguire ricerche e si conoscono bene le mode in voga sui social media, utilizzare contenuti formativi piú vicini ai propri interessi e alla propria personalità può risultare molto piú facile.